uova
strutto
sale e pepe
grana
pecorino
lievito
burro
farina
lievito sciolto nel latte
olio
pecorino tagliato fine
la fontana
+ grana
+ sale e pepe
+ strutto
+ olio + lievito sciolto nel latte
impastare
ancora
tegame unto con burro
si lievita al caldo
voilà la crescia di Pasqua
gnam gnam
Babbo Berto e mamma Cè hanno fatto i fornai per 20 anni, io sono nata nella casa sopra il forno e da sempre ho aspirato farina, lievito e tutta la loro fatica.Si alzavano alle 3 del mattino per fare il pane e io mi intrufolavo nel loro lettone caldo.Quando ero piccolina, mamma mi metteva a dormire nella cesta dei teli del pane...
In questo periodo il ricordo + vivido è delle gran quantità di cresce al formaggio che si cuocevano,i clienti le facevano a casa loro e le portavano a cuocere da Berto:ogni tegame aveva la sua caratteristica,un suo segno di riconoscimento.Ma tutte erano odorose e ben oleose per il contenuto di grassi(olio, strutto e burro).Quando lievitavano, le cresce ben fatte restavano dentro il tegame e cotte erano ben dorate, altre, troppo piene, debordavano e il forno era un tappeto d'olio.Io aiutavo i miei togliendo la carta oleata che era intorno ai tegami e cercando di dare a ciascun padrone la propria crescia:ma a volte le cresce erano talmente malfatte che gli stessi proprietari le negavano,allora babbo con pazienza giobbina diceva:"ma cosa dite...è la vostra...è la + bella, la + dorata, si sente il profumo del formaggio della vostra mucca" così la signora si prendeva la crescia anche se era una ciofeca.
Questo via vai di cresce, di odori mamma Cè lo ricorda ogni anno, anzi ci aggiunge anche questo:" quando c'era la processione del Cristo morto a Orciano, noi ci alzavamo per fare le cresce e la gente tornava dalla processione",un modo per dire che chi lavorava non aveva il tempo manco di pregare.
Ieri ne abbiamo fatto 10 uova di crescia sempre con le stesse quantità ad "occhio" ma che bontà alla fine!
Mangiata col salame o senza niente al posto del pane per me è simbolo di Pasqua e della fatica di babbo Berto e mamma Cesarina.
non avevo mai sentito parlare di questo rustico, però è di una bontà esagerata un bacio e buona Pasqua
RispondiEliminaMa che bella storia Antonietta! E quante foto, una ricetta detagliatissima! Bacissimi e buona Pasqua :)
RispondiEliminaMi accorgo di aver fatto un "pasticcio":
RispondiEliminaho inserito il commento sulla "crescia"
nello spazio di sotto riservato al lutto
che ha colpito NOI ITALIANI TUTTI
ed in particolare i nostri fratelli Abruzzesi,
a cui rivolgo la massima solidarietà.
Pino.
che bellissimi ricordi !!!proprio fanno bene al cuore nel vedere tanto amore e passione.
RispondiEliminache meraviglia! a che ora veniamo?
RispondiEliminaA tutti:vi aspetto a braccia aperte la mattina di pasqua
RispondiEliminaBacioni a tutti voi
What a wonderful memory & a way to remember Passover & the reason for this season. I hold tight to my memories & am humbled at the sacrifice God made of His son for me. I am forgiven because of it = I stand in awe before Him.
RispondiEliminaHappy Easter my dear friend - God bless you all as your country heals from it's tragedies this past week.
Ricordo con molto piacere il "forno di Berto e Cesarina". Anch'io aiutavo mia madre a portare a cuocere le cresce da "Berto".
RispondiEliminaA Pasqua c'erano dappertutto, sui tavoli, sugli scaffali, per terra e il profumo era straordinario.
Ma il forno di "Berto e Cesarina" era sempre pieno di sorprese e profumi: come non ricordare la mitica "crescia coi grascei", "i marittoz col zuccr", "i maritozz col most" e la "pizza col pomodoro".
Complimenti per il blog e un saluto ad Antonietta, alla sua famiglia e a tutti i Mondaviesi.
Buona Pasqua da Mauro
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